Il caffè è un rito per gli italiani al quale non possono rinunciare ma i rincari colpiscono l’amata bevanda: come fare per contenere i costi
L’odere del caffè che “sale” e il suo inconfondibile rumore nella moka per milioni di italiani è una sveglia che inebria tutta la casa. Anzi, forse lo era visto che ormai sono diffusissime le macchine a cialde o a capsule per velocizzare.
Ma c’è chi ancora vuole preparare con le proprie mani il caffè e non avere fretta perché la pausa la vuole godere, senza guadare l’orologio. Ma se nei bar una tazzina sta sfiorando anche 1,30 euro e in alcuni casi 1,50, sta diventando un problema anche la bevanta che per molti, senza, significa non svegliarsi la mattina.
I tradizionalisti mantengono la caffettiera, i più giovani vogliono la macchinetta e ognuno dice che risparmia. Chi ha ragione? Con la prima si consuma certamente un po’ più gas, con la seconda più corrente elettrica anche perché spesso compiamo l’errore di lasciarla accesa nel caso improvvisamente ci venisse voglia di una tazzina, con il led perennemente rosso o verde.
Ma l’ambiente la macchinetta a cialde o capsule è certamente meno sostenibile perché quell’insieme di plastica e metallo un giorno diventarà rifiuto: le moke, invece, durano molto più nel tempo.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Caro bollette, gli elettrodomestici che consumano di più: come risparmiare
Prendiamo come esempio alcuni prezzi di riferimento e vediamo in proporzione quanto spendiamo. Poniamo il caso che una confezione da 250 grammi costi 3,50 euro. Il prezzo di una tazzina, circa 7 grammi, dunque sarà di 9 centesimi. La capsule circa 24 centesimo l’una e con le cialde (di plastica, quindi con maggiori costi di produzione) anche 40 centesimi.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Caro bollette: grazie ad un App risparmi e vivi meglio. E’ davvero formidabile!
È facile quindi comprendere che la cara e vecchia caffettiera costa di meno. Con le macchinette, invece, abbiamo anche i “costi di manutenzione”, pur se minimi. Consumiamo più acqua per pulirla, meno per lavare la moka. Senza contare l’aspetto già accennato e non secondario che riguarda il peso ambientale.