Per l’anno in corso l’Agenzia delle Entrate ha ampliato le spese sanitarie detraibili ammesse nella dichiarazione dei redditi.
Come noto a tutti i contribuenti le spese sanitarie possono essere portate in detrazione al momento della dichiarazione dei redditi. Per poterlo fare bisogna indicare, appunto, quali siano stati i costi sostenuti attraverso gli scontrini che comprovino l’acquisto ad esempio, o ancora, le fatture, le ricevute.
Saranno deducibili, ovviamente, solo le spese effettivamente effettuate dal dichiarante o da familiari all’interno del suo nucleo. Ma cosa cambia nel 2022?
Dichiarazione dei redditi, spese sanitarie in detrazione: le regole dell’Agenzia delle Entrate
Anche per quest’anno sarà possibile detrarre le spese sanitarie all’interno della dichiarazione dei redditi. Recandosi sul sito dell’Agenzia delle Entrate si dovrà scaricare il modello precompilato e poi presentato avvalendosi o del proprio Caf di fiducia o del proprio sostituto d’imposta.
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Proprio nel 730 sarà necessario indicare le spese sostenute di cui lo Stato riconosce il 19% di rimborso sull’effettiva spesa. Tuttavia, specifica la redazione di Proiezioni di Borsa, esiste una franchigia pari a 129,11 euro. Questo significa che, se il cittadino ha speso 5mila euro a questa bisognerà sottrarre 129,11 euro e sulla risultanza calcolare il 19%. Nel caso in cui la franchigia non dovesse essere superata non sarà riconosciuto alcun rimborso.
Le spese detraibili sono contenute all’interno di una lista che viene fornita dall’Agenzia delle Entrate. Rientrano le prestazioni dei medici di base, l’acquisto di farmaci da banco, analisi, terapie, degenze e cure termali. Anche prestazioni come la fisioterapia e l’assistenza di operatori sanitari. Sono incluse anche le prestazioni svolte da personale addetto all’animazione ed alla terapia occupazionale.
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Numerose, quindi, le spese che possono essere portate in detrazione. Una volta indicate, dunque, l’Agenzia ne verificherà la correttezza ed il contribuente sarà tenuto a conservare tutti i titoli comprovanti gli acquisti ed inseriti all’interno della dichiarazione per i cinque anni successivi. È, infatti, quello il tempo entro il quale l’Agenzia potrà effettuare controlli e richiedere al contribuente di esibire fatture o scontrini.