Quando Tangentopoli toccò la sinistra: chi era Primo Greganti

Tangentopoli per la sinistra è legato al nome di Primo Greganti: chi era e quanto fu coinvolto nell’inchiesta

Primo Greganti
Primo Greganti (foto Facebook)

Quando nel febbraio del 1992 scoppiò lo scandalo Tangentopoli e l’inchiesta Mani pulite del pool di Milano, a essere travolti maggiormente furono il Partito Socialista Italiano e la Democrazia cristiana, protagonisti dell’ultimo decessio politico.

Poi i grandi industriali che secondo le accuse avevano pagato i partiti per accedere più facilmente agli appalti. Mario Chiesa (il “mariuolo” come lo defnì Craxi) e il suo arresto a Pio Albergo Trivulzio era solo una goccia in una grande oceano sporco di corruzione e giri illeciti di denaro.

E gli altri partiti? Le inchieste, chi più chi meno, toccò tutti. In quegli anni il Partito Comunista Italiano cambiò nome a seguito della caduta del Muro di Berlino e divenne Pds, Partito Democratico della Sinistra. Tra i membri c’era Primo Greganti.

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Tangentopoli e il Compagno G. Primo Greganti

Primo Greganti
Primo Greganti (Screen)

Nato a Jesi in provincia di Ancona nel 1944, è stato operario alla Fiat di Torino prima di aprire una società di servizi industriali e impiantistici nel 1989, poco prima dell’inchiesta.

Da sempre iscritto al Partito comunista, divenne uno dei massimi dirigenti e il cassiere. Arrestato nel 1993, il suo nome fu fatto ai magistrati dall’imprenditore Lorenzo Panzavolta che si occupava dei rapporti con i partiti della Ferruzzi di Raul Gardini (grande nome finito nell’inchiesta e morto suicida); lo aveva accusato di aver preso una mazzetta.

Condannato a tre anni e sette mesi per finanziamento illecito al suo partito, pena patteggiata successivamente e ridotta a tre anni, è stata confermata della Cassazione nel 2022.

Durante l’inchiesta aveva però già scontato sei mesi di carcere. Ha sempre negato ogni addebito sostenendo che quei soldi erano il pagamento di consulenze personali fatte alla Ferruzzi. Nel 2014 è coinvolto dell’inchiesta su Expo.

Il 16 febbraio, in occasione del trentennale di Tangentopoli, a RaiNews ha ricostruito quegli anni e la vicenda personale, dell’appuntamento che prese con Di Pietro e dell’incontro con il magistrato in Procura dove trovò i poliziotti con gli stivali sporchi del fango del suo giardino perché il magistrato mandò i poliziotti a casa sua per arrestarlo.

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Poi un pensiero su Achille Occhetto e le scuse agli italiani per conto del Pds: non ci sono mai state mazzette per il partito, ha dichiarato, perché il Pci “non era come gli altri partiti”.

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