Mani Pulite è stata portata avanti da alcuni magistrati che hanno segnato la storia del nostra paese: chi erano i giudici
È cominciato tutto trent’anni fa. Il 17 febbraio del 1992 il presidente dell’ente pubblico di Milano Pio Albergo Trivulzio, il socialista Mario Chiesa, stava intascando una mazzetta da 7 milioni di euro.
Era una trappola perché l’impenditore della ditta di pulizia al quale erano stati chiesti i soldi per vincere la gara d’appalto nella casa di riposo, Luca Magni, non poteva e non voleva pagare.
Le banconote erano siglate con A. D. P., Antonio Di Pietro, uno dei magistrati che faceva parte del Pool, noto almeno quanto quello antimafia di Palermo che qualche anno prima aveva istituito il Maxiprocesso alla mafia.
Chiesa fu arrestato, innescando una catena di altri arresti, collaborazioni, avvisi di garanzie, suicidi e polemiche, segnando profondamente la storia del nostro paese con la nascita dei partiti da lì a venire che tolsero proprio il nome “partito” dai propri simboli.
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Giudici del Pool di Mani Pulite, cosa fanno oggi
Il capo del pool era Francesco Emilio Borrelli, nato a Napoli nel 1930 e morto a Milano meno di tre anni fa, nell’estate 2019. Tra i più noti c’è ovviamente Di Pietro, acclamato nelle piazze come l’uomo che poteva ripulire l’Italia e noto per il suo successivo impegno politico con la fondazione de L’Italia dei Valori, con il quale è stato ministro delle Infrastrutture nel 2006-2008 con il secondo governo di centrosinistra guidato da Romano Prodi.
Gli altri componenti erano Gerardo D’Ambrosio, Ilda Boccassini, Gherardo Colombo, Piercamillo Davigo, Armando Spataro, Francesco Greco e Tiziana Parenti.
D’Amborsio, anche lui nato in Campania, a Santa Maria a Vico, è scomparso nel 2014. Qualche anno dopo l’apertura dell’inchiesta Mani Pulite, nel 1999, della Procura milanese fu nominato capo.
Ilda Boccassini, napoletana classe 1949 che oggi lavora ancora a Milano, si è occupata dell’inchiesta Duomo Connetcion per le infiltrazioni della mafia al Nord Italia. In quegli anni ebbe una grande amicizia con Giovanni Falcone.
Gerardo Colombo, brianzolo classe 1946, oggi è fuori dalla magiatratura e già prima di Mani pulite era noto per essersi occupato di importanti inchieste come la scoperta della Loggia P2 e il delitto Giorgio Ambrosoli.
Pier Camillo Davigo, 1950, oggi è Presidente della II Sezione Penale presso la Corte suprema di Cassazione e autore di numerosi libri di saggistica.
Armndo Spataro, 1948, ex calciatore e allenatore di squadre giovanili, prima di Tangentopoli il suo nome era associato alle inchieste dalla seconda metà degli anni ’70 legate al terrorismo di sinistra e in particolare alle Brigate rosse.
Francesco Greco, 1951, nel 2016 è stato nominato capo della Procura di Milano. Oltre a Mani pulite si è occupato di un’altra nota inchiesta, il Crac Parmalat.
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Infine c’era Tiziana Panella, pisana classe 1950, prima di entrare in magistratura era nel Pci. Dopo Mani pulite ha avuto una lunga carriera politica passando da Forza Italia alla Margherita per l’UDR e il Partito Socialista.