Trentennale Tangentopoli, Antonio Di Pietro è uno degli uomini che ha scritto la storia di quella stagione storica: cosa fa oggi
Nei primi anni ’90 è stato un vero e proprio eroe. Antono Di Pietro era l’uomo che più di tutti rappresentava il pool di magistrati della Procura dell Repubblica di Milano impegnato nell’inchiesta Mani pulite.
Il suo nome era pronunciato in strada e scritto sui giornali perché era l’uomo del riscatto, quello che avrebbe salvato l’Italia del sistema che nei decenni precedenti aveva logorato il paese, corrompendolo con le bustarelle delle tangenti.
Ma chi è Antonio di Pietro? Nato a Montenero di Bisaccia in provincia di Campobasso nel 1950, consegue un diploma tecnico a Roma poi si trasferisce in Germania dove lavora in una catena di montaggio e una segheria mentre di sera studia legge.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Mani Pulite: perché l’inchiesta sulle tangenti si chiamava così
Torna in Italia, si sposa e nel 1979 ottiene la tanto agognata laurea in Giurisprudenza. La sua è una storia particolare, di quelle che hanno come protagoniste le persone che si rimboccano le maniche e riescono a realizzare cose importanti.
Entra in polizia, va a dirigere un commissariato nel Comasco. Nel 1981 la svolta che segna la sua vita e quella dell’Italia: vince il concorso in magistratura, lavora prima presso la Procura di Bergamo poi a Milano dove si specializzata in reati informatici e contro la Pubblica Amministrazione.
Nel 1992 Luca Magni, un imprenditore che ha una ditta di pulizia, per vincere l’appalto nel Pio Albergo Trivulzio a Milano deve pagare una tangente al presidente, il socialista Mario Chiesa che della città vuole diventare sindaco.
Non ha i soldi e non vuole pagare e allora in accordo con il magistrato consegna i soldi a Chiesa. È il 17 febbraio, il corrotto prova a sbarazzarsi dei soldi buttandoli nel water. Di Pietro ha raccontato che quanto è entrato nell’ufficio di Chiesa subito dopo la consegna della mazzetta gli ha chiesto di chi fossero quel soldi.
Il presidente dell’albergo gli ha risposto che erano i suoi e Di Pietro che invece appartenevano a lui perché c’era la sua firma. Ogni banconota, infatti, prima di essere consegnato fu siglata dal magistrato.
Nel 2000 Di Pietro ha fondato il partito l’Italia dei Valori che gravita nel centrosinistra con il quale, nel 2006, diventa Ministro delle Infrastrutture. La trasmissione di RaiTre Report nel 2012 fa le pulci con un’inchiesta di alcuni appartamenti dell’ex Pm di Mani pulite legati ai soldi del partito che viene ucciso mediaticamente.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> 30 anni da Tangentopoli: chi è Mario Chiesa, il primo arrestato
Oggi l’uomo che con la toga ha rappresentato le speranze di tanti onesti italiani, a 72 anni, vive nel paese natale dove si occupa di coltivare i propri terreni.