La proposta di aggiungere due lavori alla lista dei lavori usuranti viene fatta per rendere merito o per evitare il vero problema?
Come citato ai sensi dell’art.1 del d.lgs. 374/1993 vengono considerati lavori usuranti, “quei lavori per il cui svolgimento è richiesto un impegno psicofisico particolarmente intenso e continuativo, condizionato da fattori che non possono essere pervenuti con misure idonee”.
Rientrano quindi nella categoria dei lavori usuranti mansioni quali i lavori in galleria o in miniere, palombari, lavori svolti ad alte temperature o in cassoni ad aria compressa, lavori in spazi ristretti, lavorazione del vetro cavo e asportazione di amianto.
Sembra però che a causa della pandemia si voglia aggiungere alla lista, e quindi mettere al pari di minatori e lavoratori alle fonderie, gli infermieri e gli operatori socio-sanitari. Riportiamo di seguito le motivazioni espresse per tale scelta.
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Infermieri e operatori socio-sanitari come lavori usuranti
Rientrare nella categoria dei lavori usuranti permette una pensione anticipata. Ovvero è possibile andare in pensione secondo la quota 97,6 che prevede il pensionamento a 61 anni e 7 mesi di età.
Ѐ necessario anche un tempo minimo di svolgimento della mansione usurante. Infatti la misura di pensionamento anticipato prevede un tempo di minimo 7 anni di mansione usurante nei 10 che precedono la pensione. In alternativa il lavoro usurante deve esser stato svolto per metà della vita lavorativa.
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In aggiunta a questo sono necessari anche 35 anni di contributi versati che restano gli stessi sia per i lavoratori autonomi che dipendenti. Varia invece la quota che per i lavoratori autonomi sale a 98,6, quindi gli anni di età per accedere devono essere di 62 e 7 mesi.
Durante questo periodo di emergenza sanitaria sono venute alla luce alcune problematiche relative al mondo infermieristico. Il dato più preoccupante, e forse la causa di tutte le altre questioni, è la carenza di personale. Secondo i dati raccolti si sarebbe in difetto di circa 237.000 unità.
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Di conseguenza, come avverrebbe in qualunque altro mestiere, lo stress e i pericoli all’interno delle strutture aumentano se ognuno deve caricarsi di un surplus di lavoro.