30 anni da Tangentopoli, Mario Chiesa con quella mazzetta ha scoperchiato tutto il sistema italiano che sconvolse il paese
Era il 1969 quando a Quarto Oggiaro, nel milanese, Mario Chiesa ha cominciato a fare politica nel PSI. Ha segnato la storia del partito che che è stato fondato da Filippo Turati. Una storia non tra le più belle.
Classe 1944, dottore in Ingegneria Elettrotecnica, Chiesa è stato arrestato il 17 febbraio 1992 a Milano per aver intascato una tangente. Un evento isolato, si pensava. Ma poi l’inchiesta si allarga, grazie anche alle sue rivelazioni. Per il Pio Albergo Trivulzio, una casa di riposo per anziani che è tornata alla ribalta delle cronache – purtroppo come altre – perché nella fase più acuta del Covid è scoppiato un grande focolaio, quel giorno di trent’anni fa Chiesa prende una mazzetta.
Ma quell’arresto non è un fatto a sé, rientra in un meccanismo enorme, anzi, in un sistema che prendereà il nome di Tangentopoli. Si scopre che quella che era definita la capitale morale d’Italia, Milano, è bagnata da un fiume di denaro sporco, di tangenti il cui flusso travolge il Partito Socialista.
Ma il mare dei soldi in nero non tocca solo il capoluogo lombardo ma tutta l’Italia che si disvela com’è veramente grazie all’inchiesta che nasce da quell’evento, Mani pulite.
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Tangentopoli, il secondo arresto molti anni dopo
Dell’albergo Chiesa era presidente e a Milano era già noto per il suo impegno politico nel partito, da consigliere comunale prima e da assessore poi.
Isolato dal partito – storica la definizione che diede di lui Craxi in un’intervista all’inviato del TG3, “un mariuolo”, Chiesa all’epoca sconta tutta la pena. Grazie alla collaborazione dell’ex moglie si era scoperto l’esistenza di conti in Svizzera intestata alla segretaria, prima ancora della sua collaborazione con la quale ottiene i domiciliari.
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Passata la bufera di Tangentopoli si riavvicina di nuovo alla politica. Nel 2009 viene arrestato ancora perché accusato dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio e dai carabinieri del Noe di essere stato da collettore di tangenti nella gestione del traffico illecito di rifiuti.