Riscatto laurea, tutte le informazioni necessarie per poter decidere bene se compiere o meno questo passo per il futuro
Un titolo accademico ottenuto dopo anni di studi e sacrifici per poter accedere pià facilemente al mondo del lavoro e ambire ad importanti posizioni, oppure per accrescere la propria cultura nell’ambito che fin dall’adolescenza ha sempre attratto, il più delle volte, vista la disoccupazione, è sembrato inutile.
In molti hanno preso la decisione di iscriversi all’università con queste intenzioni e spirito. La realtà, però, si è rilevata più dura e non è stato facile trovare lavoro, anche anni dopo essere usciti dall’università. Ma il titolo, oltre a essere sempre una buona garanzia e una grande soddisfazione personale, può essere utile per il futuro anche per altri motivi.
Il riscatto, al quale sempre più persone si sono interessate negli ultimi anni proprio perché scarseggia il lavoro e la previdenza è sempre più un miraggio, è diventato un tema sul quale L’Inps ha dedicato maggiori attenzioni.
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Chi decide di percorrere questa strada lo fa per ottenere anzianità contributiba ai fini pensionistici. Si può quindi andare in pensione prima o incrementare l’indennità e il contributo che si paga ed è fiscalmente deducibile.
Si paga per ogni anno di studio, ma non quelli passati all’università materialmente. Per fare un esempio, se si vuole riscattare una laurea triennale e specialistica (quindi tre anno più due) ma per ottenere entrambi i titoli ci sono voluti sette, otto o dieci anni, si possono riscattare massimo cinque anni, quanti erano previsti nel piano di studi. Non valgono quindi gli anni fuoricorso.
Non c’è obbligo di riscattare tutti, si può pagare anche per il riscatto parziale di uno o due anni. Ma quanto costa? Quello agevolato circa 5.200 euro per ogni anno quindi prendendo ad esempio ancora una triennale e una specialistica, circa 26mila euro. Il riscatto ordinario, invece, può anche arrivare a 100mila euro.
Il contributo da pagare cambia in relazione alle leggi della liquidazione della pensione con il sistema contributivo o con quello retributivo. Nel primo sistema si applica l’aliquota contributiva che vige alla data di presentazione della domanda; alla retributiva, invece nei dodici mesi a ritroso da quando viene effettuata la domanda.
Il riscatto contributivo ordinario avviene calcolando la retribuzione lorda degli ultimi 12 mesi moltiplicati per il 33%. Il risultato a sua volta viene moltiplicato per gli anni che si vogliono riscattare (ed esempio per 2 o per 3).
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Quello agevolato, invece, si calcola sul minimale degli artigiani e commercianti nell’anno di presentazione della domanda. La base è l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche di quello stesso periodo del Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti. Così si può risparmiare fino al 70%. L’Inps ha messo ha disposizione il simulatore per il calcolo. Per accedere clicca qui.