Auto, ipotesi incentivi pluriennali: a cosa si sta lavorando

Auto, ipotesi incentivi pluriennali: il governo è al lavoro per dare aiuti concreti alle aziende nella transizione verso l’elettrico

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All’interno del governo c’è una doppia proposta presentata dal ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti che ha convocato un tavolo a Palazzo Chigi per studiare un piano auto che posso aiutare il settore.

All’incontro presente oltre a Giorgetti il sottosegretario Roberto Garofoli che ha presieduto l’incontro, il ministro dell’Economia Daniele Franco, il collega delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile Enrico Giovannini e i maggiori responsabili del ministero della Transizione Ecologica.

Il progetto è in via di definizione e diversi sono gi strumenti con i quali si vorrebbe intervenire: in parte con incentivi pluriennali ma anche con contratti di sviluppo che possano favorire le azienda alla conversione verso i mezzi elettrici.

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Incentivi auto, quali sono gli interventi

Se è in via di definizione il piano ovviamente anche per l’aspetto economico si sta ragionando su e per le cifre i numeri ora sono commari. Si parla di circa un miliardo all’anno con una minor parte che servirà a finanziare le auto a bassa emissione e per il resto le vetture con emissioni fino a 135 grammi di C02 al chilometro. Per gli altri interventi i fondi da cui attingere potrebbero essere queli stanziati con l’ultima manovra al Pnrr.

Gli incentivi per più anni piace alle organizzazioni del settore e proprio mercoledì 9 febbraio l’Anfia (Associazione nazionale filiera industriale automobilistia), considerando i dati della produzione di dicembre che sono stati tutt’altro che positivi, ha sottolineato che gli incentivi nel 2021 sono stati utili mentre i vai stop seguiti dalle riprese di rifinanziamento previsti da diversi provvedimenti, sono risultati controproducenti.

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All’interno del governo ci sono diverse anime. Da una lato chi ha più a cuore la questione ambientale e vorrebbe cercare di correre ai ripari più velocemente mentre dall’altro, pur senza negare che intervenire in rispetto del verde e di un minore inquinamento, possa avere gravi ripercussioni sull’occupazione.

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