Alessandro Nannini, fratello della cantante Gianna, è finito nel mirino dei magistrati: di cosa è accusato e quando ci sarà la prossima udienza.
Alessandro Nannini, ex pilota di Formula 1, negli ultimi giorni è rientrato nelle pagine di cronache ma non in quelle sportive. Il 62enne, ex presidente della società Pasticcerie Nannini fallita tre anni fa, è accusato di bancarotta fraudolenta e secondo gli investigatori avrebbe nascosto al fisco più di 1 milione di euro.
Non ci sarebbe stato il versamento di tasse e contributi della società, creando una situazione debitoria che avrebbe portato al fallimento della stessa, è la tesi dei magistrati.
Alle accuse da dimostrare Nannini ha risposto con una nota tramite il suo legale, l’avvocato Fabio Pisillo, dove rivendica la propria estraneità al fatti contestati dalla Procura della Repubblica di Roma.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Controlli evasione fiscale, alcuni pagamenti non sono concessi
Alessandro Nannini, quali sono le accuse
Nello specifico, le accuse sono due, bancarotte fraudolenta e bancarotta impropria. Per la prima, spiega l’avvocato, il PM ha chiesto il proscioglimento nell’ultima udienza datata 2 febbraio 2022 e il Giudice per l’Udienza Preliminare si pronuncerà il prossimo 4 maggio. Si va dunque verso un possibile proscioglimento dell’imputato per almeno uno dei due reati contestati.
In passato anche la sorella rockstar Gianna Nannini, difesa dall’avvocato Giulia Bongiorno, ha avuto problemi con il fisco. Nel 2015 ha patteggiato un anno e due mesi di reclusione con pena sospesa di frontre al gup di Milano Fabio Antezza. Era stata accusata di avere utilizzo fatture per operazioni inesistenti e mancata dichiarazione fiscale per 3 milioni e 750mila euro tra il 2007 e il 2012.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Lotteria degli Scontrini, vince 25mila euro ma avviene l’incredibile
Nel 2014 c’è stato anche il sequestro preventivo di una villa della cantante sulle colline senesi da parte della Guardia di Finanza. Quando è arrivata la sentenza il suo avvocato ha ribadito l’estaneità della nota assistita, caduta in errore per essersi fidata di altre persone. Nulla di vero secondo il legale, neanche il sospetto secondo il quale ci sarebbe stata la creazione di società all’estero per dirottare ingenti guadagni maturati dall’attività musicale.