Benzina, problema per gli autotrasportatori che vedono salire il carborante e un pieno costa sempre di pià. C’è anche il problema della accise
Come ogni anno con il freddo dell’inverno i prezzi del riscaldamento sono aumentati ma questa volta così tanto che il governo è intervenuto contro il caro bollette. La pandemia, la crisi ucraina; è una concatenazione di eventi che hanno portato alla salita delle materie prime e a un maggiore esborso da parte di tutti.
Dunque non solo luce e gas perché gli aumenti dell’energia toccano riguardano anche il gasolio utilizzato per gli autotrasporti. Un anno fa il prezzo di un litro di carburante si attestava a 1,35 euro, ora si registra a 1,65, un aumento del 22,3%. Dati spaventosi quelli sottolineati dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre secondo cui un pieno per un mezzo pesante di 11 tonnellate arriva quasi a 150 euro.
In Italia sono più di 98mila le aziende che si occupano di autotrasporti e per ognuna alla voce spese c’è un segno più di circa 8.600 euro. Ma chi ci guadagna oltre ai produttori di petrolio? La Cgia non ha dubbio, l’Erario vede maggiori entrare.
I primi aumenti ci sono stati all’inizio del 2021 e per lo Stato che applica sulla base imponibile dei carburanti l’iva al 22%, il gettito è aumentato. Considerando anche le eccise, è un esempio di “doppia tassazione“, scrive la Cgia. Una vera e propria tassa sulla tassa che va a colpire un settore strategico del paese perché riguarda il trasporto merci all’interno dei confini nazionali.
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Da parte dell’associazione veneta non c’è solo un’analisi che evidenzia cosa non va ma anche una proposta. Si rivolge all’esecutivo e chiede al governo di sfruttare il tesoretto da 1 miliardo di euro per andare incontro al settore con l’aumento credito d’imposta sui carburanti.
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Ricorda anche che un altro modo per poter fare qualcosa è un intervento sulle accise che incidono pesante mente ogni volta che si fa benzina: ben il 41% sul verde, il 37,5sul gasolio e l’8% per il Gpl.