L’Enea ha pubblicato i dati relativi alla fruizione del Superbonus 110%, l’agevolazione avrebbe registrato una sensibile frenata. Il motivo.
Lo scopo del Superbonus 110% è quello di efficentare il patrimonio immobiliare italiano, tra i più vetusti d’Europa. Un’agevolazione che come si intuisce dal nome, al momento del suo utilizzo, riconosce un credito al cittadino del 110% delle spese sostenute. L’El Dorado dell’edilizia? Assolutamente no. Sin da subito la pressante burocrazia, l’aumento dei costi delle materie prime, la reticenza dei committenti, ed i continui cambi a livello normativo hanno determinato un mancato decollo. Ora ancor di più con l’introduzione della norma che prevede un’unica cessione del credito. Secondo una recente analisi dell’Enea i dati sarebbero sconfortanti.
L’Enea, riporta la redazione di Lavori Pubblici, ha redatto un rapporto dal quale si evince che il Superbonus 110% – dati al 31 gennaio 2022- ad oggi non sarebbe un’agevolazione così tanto fruita.
Prendendo in considerazione le asseverazioni prodotte e gli investimenti è emerso che nel mese di novembre ed in quello di dicembre ci sia stata un’impennata dell’utilizzo della misura. La ragione? Le scadenze imposte dal Governo e la paura da parte dei professionisti che il quadro normativo – come poi è accaduto- cambiasse d’un tratto.
A gennaio, vi è stato un completo ribaltamento dei dati. La curva di fruizione si è completamente appiattita andando a compensare quell’incremento registratosi nei mesi precedenti. Comprendere il fattore scatenante di questa discesa, sarà frutto di analisi. Ma di certo è verosimile ritenere che il Decreto Sostegni ter abbia giocato un ruolo fondamentale. Nello specifico si parla dell’art. 28 a mezzo del quale è stata prevista la possibilità di cedere il credito una sola volta.
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Andando poi a vagliare la tipologia di immobili che hanno usufruito della misura, in primis si trovano i condomini, poi le unifamiliari ed infine le unità indipendenti che posseggono accessi autonomi e sono indipendenti.
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Il Superbonus 110% resta, quindi, una misura controversa nata sotto i migliori auspici, ma che adesso si sta mostrando una spina nel fianco soprattutto per le Piccole e Medie Imprese che con l’introduzione dell’unica cessione del credito – norma peraltro retroattiva- potrebbero incombere in difficoltà economica e potenziali controversie giudiziarie non riuscendo ad ottemperare agli obblighi assunti contrattualmente con i committenti.