La rapidità e la tecnologia che tutti credono di volere si trasforma lentamente in un cappio che si stringe sempre di più. Impariamo a difenderci.
La tecnologia è sempre un’arma a doppio taglio. Le carte di credito sono state una grande innovazione che però stanno portando pian piano più potere agli altri che a chi le possiede. Un pensiero preoccupante ad esempio è quello che riguarda la loro futura sostituzione totale ai contanti.
Un giorno in cui il contante non esisterà più basterà un ordine di un ente autorizzato a lasciare chiunque senza fondi e risorse. Si rischia di restare senza neanche gli spiccioli per un caffè e non si avrà alcun sostegno monetario per andare avanti fino al risolvimento della situazione.
Una prospettiva davvero allarmante e come questa molte altre. Alcune, seppur in misura più contenuta, sono già in atto ed è bene farci caso. Non si tratta di problemi con enti pubblici ma di truffe organizzate nelle quali chiunque può ritrovarsi vittima.
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Il futuro verso le truffe tecnologiche
Dopo qualche anno dall’utilizzo collettivo delle carte di credito fu introdotto il contacless. Ovvero la possibilità di pagare una somma ridotta, il cui limite varia dai 25 ai 50 euro, senza autorizzare la transizione. Quindi chiunque entri in possesso della nostra carta può fare pagamenti ripetuti per somme non maggiori a 50 euro.
La necessità di togliere la sicurezza dell’autorizzazione al pagamento non è ben accetta da tutti e questo ha dei validi motivi. Infatti c’è la possibilità che chiunque, in luoghi affollati come metro o bus o vie frequentate, possano avvicinarsi con un POS in tasca tanto da attivare le transizioni.
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Per difendersi da questo è possibile foderare le carte con pezzi di carta di alluminio, anche se in tal modo il tempo risparmiato a non digitare il codice pin lo impieghiamo a difendere la nostra carta. Oppure si controlla costantemente l’andamento del saldo. In questo modo, ad ogni movimento sospetto, si può avvertire la banca che se risponde tempestivamente potrebbe bloccare la transizione. Forse è il momento che i cittadini si chiedano se ne vale davvero la pena.