Opzione donna è stata prorogata con la legge di Bilancio 2022, ciò significa pensioni anticipate per tutte le lavoratrici nate nel 1963 (1962 per le libere professioniste).
Gli anni di età devono essere 58 (59 per le autonome) e gli anni di contributi almeno 35. Possedendo questi due requisiti, grazie alla proroga contenuta nella Legge di Bilancio 2022, le lavoratrici potranno andare in pensione grazie ad Opzione donna. La notizia la fornisce direttamente l’Inps.
Con la Legge di Bilancio 2022 il Governo ha deciso di prorogare numerose misure. Tra queste anche Opzione donna. Si tratta della possibilità di pensionamento anticipato per tutte quelle lavoratrici che al 31 dicembre 2021, posseggono degli specifici requisiti.
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Nello specifico, ad essere preso in considerazione sarà il sistema di calcolo contributivo così come previsto dalla legge, ossia il decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 180. Secondo quest’ultimo potranno accedere ad Opzione donna le lavoratrici che hanno maturato 35 anni di contributi ed hanno un età minima di 58 anni, 59 per le autonome. Ossia rispettivamente quelle nate nel 1963 e nel 1962.
Ma da quando si matura il diritto ad avanzare domanda? La legge specifica che si parla di 12 mesi dalla data di conseguimento dei requisiti – quando il trattamento pensionistico sarà liquidato in favore di una lavoratrice dipendente- e diciotto mesi per le donne lavoratrici autonome.
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Opzione donna, in merito a quello che è il conseguimento dei requisiti entro il 31 dicembre 2021, prevede la maturazione degli stessi anche dopo la prima decorrenza utile. Considerato, però, che la proroga scatta con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2022 – ossia dal 1° gennaio 2022– il trattamento, a rigor di logica, non potrà essere anteriore al 1° febbraio 2022 per le dipendenti e le autonome che vedranno liquidata la loro pensione da parte dell’assicurazione generale obbligatoria. Mentre non potrà essere anteriore al 2 gennaio 2022 per tutte quelle pensioni a lavoratrici dipendenti escluse dalle categorie precedenti, ossia quelle che non fanno capo all’assicurazione generale obbligatoria.