L’agenzia Bloomberg in una ricerca ha fatto una scoperta incredibile: in Italia c’è un tesoro da 2mila miliardi di vecchie lire.
L’avvento dell’euro come moneta unica risale ormai a venti anni fa eppure una ricerca di Bloomberg rivela in queste ore uno scenario davvero incredibile. Il primo gennaio 2002, come si ricorderà, il nostro Paese, come il resto d’Europa, abbandonò l’utilizzo della lira per i pagamenti e prese piede l’euro, la moneta unica europea. Una scelta che a distanza di anni sono in molti a sostenere non sia stata quella più oculata, ma questa è davvero un’altra storia.
Ciò che ci interessa è che dopo un periodo di passaggio durato un paio di mesi, il 28 febbraio 2002 le lire hanno smesso formalmente di circolare. Nessuno infatti accettava più pagamenti con le vecchie banconote. Ricordiamo tutti le file alle banche per completare il passaggio che prevedeva il ritiro del vecchio contante, sostituito con nuove banconote e monete. A distanza di vent’anni, emergono dei dati che sono quantomeno sorprendenti e che non riguardano soltanto monete considerate rare.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE -> 200 lire, fortunati se si possiede uno di questi esemplari
Attestano infatti come non solo in Italia, ma anche nel resto d’Europa, qualcuno si è affezionato così tante alle vecchie banconote e monete nazionali da non averle mai cambiate. I dati diffusi da Bloomberg stimano in ben 8,5 miliardi di euro il valore complessivo delle vecchie valute nazionali ancora in possesso degli abitanti del Vecchio Continente. Non solo lira, ma anche marco tedesco, franco francese, peseta spagnola.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE -> Monete antiche e non, quali sono i pezzi che valgono milioni di euro
In questa speciale classifica, l’Italia non sfigura: i nostri concittadini non avrebbero mai restituito oltre 2mila miliardi di vecchie lire. Per la precisione si tratta di 2.323,5 miliardi di lire, che al tasso di cambio sarebbero 1,2 miliardi di euro. Il condizionale è d’obbligo: in questo computo, infatti, sono inserite sia banconote e monete il cui valore è oggi puramente affettivo che quelle che sono rarissime. “Peggio” di noi tedeschi e spagnoli: nelle loro case ci sarebbero rispettivamente oltre 3 miliardi di euro in marchi e 1,8 miliardi di pesetas.