Dal 1° gennaio 2022 è possibile presentare domanda per l’Assegno Unico: migliaia le domande pervenute all’Inps a pochi giorni dall’inizio dell’anno.
L’Assegno Unico andrà a sostituire precedenti prestazioni di cui numerosi lavoratori usufruivano trovando accrediti in busta paga. A partire dal 1° gennaio 2022 non ci saranno più, infatti, Assegno Natalità, bonus mamma domani, assegni familiari e detrazioni per i figli a carico. Il Governo Draghi ha unificato nell’assegno tutte le misure.
Ed è così che, non appena iniziato il nuovo anno, migliaia di domande sono state inoltrate all’INPS, ente erogatore del servizio. Sarebbero oltre 124mila le richieste avanzate all’Istituto.
Assegno Unico, è boom di domande: Inps presa d’assalto
Sarebbero 124mila le richieste – presentate per 200mila figli– giunte all’indirizzo dell’Inps per l’erogazione dell’Assegno Unico. In soli tre giorni -riporta la redazione di Leggo– l’Istituto sarebbe stato subissato dalle domande.
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Con l’inizio del 2022 si sono, infatti, aperti i termini per poter avanzare la richiesta. Una specifica, però, è doverosa: le erogazioni partiranno dal mese di marzo. Ovviamente chi presenterà domanda oltre i termini, avrà poi diritto alla corresponsione degli arretrati.
A ricevere il primo pagamento nella seconda metà di marzo saranno coloro i quali inoltreranno la propria istanza entro e non oltre il 28 febbraio.
Ma chi e come può presentare domanda? A poter richiedere l’Assegno Unico può essere uno dei due genitori il quale può collegarsi sul sito dell’INPS ed accedere nella sua area personale attraverso le credenziali Spid oppure con Carta d’identità elettronica e seguire tutte le indicazioni richieste.
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Il genitore che volesse affidarsi ad un terzo per inoltrare domanda, potrà anche decidere di rivolgersi ad un patronato.
A quanto ammonta l’assegno? Tutto dipende dal valore dell’ISEE. Come molte agevolazioni e prestazioni anche l’Assegno Unico soggiace a tale regola. L’importo massimo non potrà superare i 175 euro per figlio se si parla di un Isee con valore non superiore ai 15mila euro. Quello minimo è di 50 euro per figlio se non si ha Isee o se supera la soglia dei 40 mila euro.
Ogni anno, tra gennaio e febbraio, bisognerà inoltrare domanda per il riconoscimento della prestazione. Ed ovviamente ogni anno aggiornare l’Isee.