La Germania si orienta verso una nuova moneta: è l’antieuro e serve a contrastare la crisi economica portata dall’acquisto massiccio online.
In Germania è stato boom degli acquisti online. Una rete di traporti impeccabile, un’orografia meno frastagliata, un clima che certamente non fa venir voglia di uscire, tantissimi negozi chiusi il sabato pomeriggio e la domenica: questi sono solo alcuni dei fattori che hanno orientato i tedeschi verso lo shopping in rete.
Non a caso, Zalando è un colosso dello shopping online ed è nato proprio a Berlino.
C’è da aggiungere anche che i vari lockdown non hanno aiutato la situazione. Gli acquisti online hanno ricevuto una grandissima spinta: l’analisi condotta dall’istituto Ifo di Monaco e dalla banca online N26 (sempre Made in Germany), porta ad evidenziare che a partire dallo scoppio del covid, le vendite online sono aumentate con costanza, raggiungendo a dicembre 2020 il 250% in più rispetto a prima della crisi pandemica e il 350% in più a febbraio 2021.
E’ gioia per gli ingegneri informatici e per le agenzie di trasporti ma sono sicuramente meno entusiasti i piccoli negozianti. Non sono pochi coloro che non riescono a tener testa all’abbassarsi continuo del fatturato.
Ma ci sono economisti ed amministratori locali che hanno studiato la situazione e proposto un’alternativa.
Addio all’Euro: la Germania si rivolta e difende i piccoli negozianti lanciando una nuova moneta. E’ guerra per Bruxelles, si fa di tutto per contrastare gli acquisti online
Si sta pensando ad una soluzione per “riconvertire” i cittadini ad acquistare tra le strade dei paesi e delle città piuttosto che online. E’ una soluzione abbastanza drastica ma gli economisti la stanno ragionando nel dettaglio: è nei progetti la realizzazione di una moneta locale.
A Oranienburg, un paese a nord di Brandeburgo che conta 40 mila abitanti, sta circolando l’Oranientaler, una moneta di rame spendibile solo all’interno del territorio comunale. Nasce nel 2018 proprio allo scopo di ravvivare il commercio locale. Nel 2021 è stato rilanciato in contrasto con l’euro questo cosiddetto pataccone di “oro rosso”.
Ma esistono anche altre monete locali, come il Lechtaler di Augusta, il Chiemgauer di Prien am Chiemsee in Baviera, l’Elbtaler di Dresda, il Roland di Brema. Sono nate come antieuro e si stanno rivelando molto utili anche per fronteggiare la situazione attuale.
Queste micro-valute vengono scambiate uno a uno con la moneta europea, ma a differenza dell’euro perdono circa il 2% del valore ogni mese. Si tratta di un incentivo a spenderle nei negozi che le accettano e che si prendono il carico del costo di conversione, della “zecca” e della circolazione, pur di acquisire un numero di clienti più elevato.
Leggi anche -> Bonus asilo nido, stop nel 2022: la decisione del Governo
Anche i negozianti possono spendere la moneta locale in circuiti di vendita all’ingrosso che accettano di cambiarli con l’euro. Questi ultimi si accodano al desiderio di un maggior fatturato, scendendo a compromessi con il costo di conversione della valuta alternativa.
I singoli comuni stanno incentivando la circolazione del tallero attraverso dei piccoli investimenti: ad esempio, Oranienburg ha investito 20 mila euro ed ha dato il via al commercio locale che porta beneficio anche a chi non partecipa al programma.
Leggi anche -> Utenti di Facebook, WhatsApp e Instagram sotto attacco dei truffatori. Meta corre ai ripari
Nella storia dei Paesi di lingua tedesca non è stata rara questa mossa per favorire la ripresa dell’economia. La moneta regionale, la Regionalwahrung, ha visto il primo conio a Worgl, in Austria, a giugno del 1932. Lo scopo era risollevarsi dalla Grande Depressione: l’esperimento ha portato ad una crescita di produttività ed entrate fiscali e ha ridotto di un quarto la disoccupazione.
Fu a settembre del 1933 che la Banca centrale austriaca ha posto fine all’esperimento, perché iniziava a circolare troppo denaro contraffatto.