Spariti come spariscono le foglie in autunno, si osservano, si apprezzano e poi si dimenticano. La fine di alcuni brand che hanno segnato un’epoca.
I tempi cambiano, le necessità aumentano e stare al passo con i tempi non è più così facile e stimolante come una volta. Si richiede di uniformarsi, di assomigliarsi tutti ed ecco che spesso le particolarità, seppur eccellenze nel loro campo, svaniscono.
Stiamo parlando di alcuni marchi che per certi versi hanno fatto la storia del commercio e non solo ma che ora sono spariti e lo hanno dovuto fare quasi in sordina. Infatti molte delle generazioni che verranno non conosceranno nemmeno il nome di alcuni brand che ad altri hanno dato tanto.
Alcune aziende hanno dovuto associarsi ad altre e perdere così il loro nome, altre sono state in grado di reinventarsi per stare al passo con i tempi ma costringendosi a perdere quell’unicità che le contraddistingueva. Altre ancora sono semplicemente sparite.
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Tra questi molti di voi ricorderanno sicuramente il marchio di abbigliamento per teenager che spopolò un po’ ovunque, Forever 21. Nato negli USA e forse sfuggito a qualcuno ma non dovrebbe essere stato lo stesso per il marchio GURU. In molti ricorderanno i capi di abbigliamento della nota marca che si contraddistingueva per una margherita vicino al nome.
L’azienda nacque a Parma nel 1999 e terminò la sua attività nel 2008 dopo varie vicissitudini. Ma in quegli anni accompagnò molti studenti e molti giovani con i loro articoli firmati. Parlando di brand italiani si annoverano tra quelli che hanno dovuto chiudere i battenti anche l’Editrice Giochi. Questa nacque a Milano nel lontano 1936 e produceva giochi da tavola come quello famoso ispirato al programma televisivo di Mike Bongiorno. Venne acquisita nel 2016 da un marchio canadese.
Altro marchio che ha fatto certamente la storia di una e più generazioni è il noto Blockbuster. Chiuse per fallimento nel 2013 e con lui si mise fine all’epoca del noleggio. Un’attività che ne portava con sé molte altre, come la scelta del film per la serata in compagnia prima o dopo un caffè, un’uscita in qualche locale con la scusa di riconsegnare la vecchia VHS.
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Le cose cambiano e ultimamente stargli dietro sembra quasi impossibile. Ma forse si mentirebbe se si dicesse che il progresso a cui hanno portato la fine di questi marchi sia divertente come lo era anni fa. Forse le cose non erano rapide come lo sono ora, forse non si otteneva molto con poco, ma forse quelle cose più lente e meno dense nascondevano qualcosa che oggi non si può più comprare, e chi le ha vissute lo sa.