Aumento pensioni 2022: a chi spetta e a quanto ammonta la cifra

Novità sulle pensioni: a partire dal 2022 ecco chi saranno i fortunati ad avere la meglio per quanto riguarda la mensilità, tutti i dettagli.

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Calcolo pensioni (Foto da Pixabay)

Il tema delle pensioni è un argomento di vitale importanza che da mesi si sta discutendo sia tra i cittadini che ai piani alti. Sono tante le ipotesi che in questo ultimo periodo sono state poste al centro dell’attenzione e in particolare si parla di un possibile aumento che andrà ad incrementare la mensilità di determinate cerchie di persone.

Bisogna considerare due fattori: il tasso di rivalutazione e le percentuali di rivalutazione in funzione delle fasce dell’assegno percepito.

Pensioni, tutti i possibili aumenti da gennaio 2022

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calcolo pensione (Foto da Pixabay)

Il tasso di rivalutazione, secondo il decreto fissato dal Ministero economia e Finanza, è pari all’1,70% per il 2022, fa eccezione il conguaglio. Per quanto riguarda la seconda variante, la quota è uguale al 100% del vitalizio per importi fino a 4 volte il trattamento minimo, quindi 2.062,32 euro. Va a calare al 90% per fasce di importo che equivalgono a  4 o 5 volte l’assegno minimo e si blocca al 75% per le fasce superiori a 5 volte il minimo.

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Analizziamo alcuni casi specifici:

  • Pensione 1000 euro lordi: il tasso di rivalutazione sarà intero, quindi uguale al 100%. Ciò sta a significare che l’aumento lordo mensile equivale a  17 euro.
  • Pensione 2500 euro lordi: il tasso di rivalutazione sarà pari al 90%, quindi l’aumento sarà di 41,76 euro lordi mensili.
  • Pensione 3500 euro lordi: il tasso di rivalutazione sarà uguale al 90%, quindi l’aumento equivarrà a 54,71 euro al mese, sempre lordi.

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Le ipotesi su Quota 100, 102, 103, 104 sono ancora in ballo e il Governo sta lavorando affinché venga trovata una soluzione che possa accontentare la maggior parte degli italiani che dovranno andare in pensione nei prossimi anni, a partire dal 2022.

I partiti sembrano non aver trovato ancora un accordo, anche i sindacati  dicono la loro: “E’ importante realizzare un sistema previdenziale più flessibile che consenta alle persone di accedere in anticipo alla pensione rispetto ai 67 anni attualmente previsti, ma senza imporre condizioni vessatorie”.

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