Smart working, c’è l’accordo: cosa cambierà finito lo stato emergenziale

Finalmente raggiunto l’accordo per lo smart working nel settore privato: i sindacati ed il Ministero del Lavoro hanno sottoscritto le linee guida.

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(Junjira Konsang – Pixabay)

Se per il settore pubblico le linee guida sullo smart working sono state rese operative da tempo, per il privato c’è stato bisogno di mesi di confronto. Finalmente oggi, dopo vari tavoli, le parti sociali ed il Ministero del Lavoro hanno sottoscritto un accordo all’interno del quale sono state indicate le norme e le modalità di attuazione.

Smart working, sottoscritto accordo: le linee guida

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(StartupStockPhotos – Pixabay)

L’Italia è uno dei primi paesi Europei a regolamentare lo smart working per il settore privato. Oggi, infatti, Ministero del Lavoro e parti sociali hanno sottoscritto un accordo nel quale sono state definite le regole per la Contrattazione collettiva sul lavoro da remoto. Le firme in calce sono oltre a quella del Ministro Orlando, quelle della Cgil, la Cisl, la Uil, l’Ugl, Confsal, Cisal, l’Usb. Quanto alle associazioni datoriali figurano Confindustria, Confapi, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna, Casartigiani, e tutte le altre maggiori sigle d’Italia.

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Stando a quanto riporta la redazione di Sky Tg24, le Imprese che vorranno potranno continuare ad usufruire di tale modalità anche una volta che lo stato emergenziale sarà terminato. Per farlo dovranno attenersi a specifici protocolli.

Lo smart working potrà essere stabilito a seguito di un accordo sottoscritto individualmente dove saranno indicati durata dell’accordo, tempi di alternanza con lo svolgimento dell’attività in presenza, la tipologia di strumenti per portare avanti il lavoro. Ed ancora, i tempi di riposo nonché le modalità di controllo esercitabili dal datore di lavoro.

Se un lavoratore dovesse rifiutare il lavoro agile, ciò non pregiudicherà la sua posizione perché la non accettazione non implica il licenziamento né tantomeno la possibile comminazione di una sanzione disciplinare.

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Chi lavorerà da casa avrà lo stesso trattamento economico di chi lo farà in presenza, ma a differenza di quest’ultimo non sarà vincolato da orari. Utile precisare, però, che all’interno dell’accordo dovrà essere specificata la fascia in cui il lavoratore potrà disconnettersi.

All’interno del protocollo è stata sottolineata, riporta Sky Tg24, la necessità di supportare economicamente le aziende che intendono aderire con la massima trasparenza e serietà. Ma soprattutto viene richiesto uno snellimento degli iter burocratici.

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