Annunciata di recente, la riforma con tanto di taglio dell’Irpef apporterà dei cambiamenti importanti per le nostre tasche. Ma non tutte positive. Infatti alcuni lavoratori non verranno premiati come ci si sarebbe aspettato. Protestano i sindacati.
Il taglio dell’Irpef 2022 annunciato nel corso degli ultimi giorni porterà ad una riduzione dei cinque scaglioni attuali a quattro. Ci saranno dei soldi in più in busta paga, derivati dalla diminuzione di due punti percentuali dalla stessa Irpef. Ma questi benefici non saranno avvertiti da tutti in egual misura.
Difatti alcuni avranno un guadagno minimo mentre sarà più consistente per altri. Con il taglio dell’Irpef le aliquote verranno così ripartite:
Verrà cancellata quella al 41%, che partiva dai 55mila euro in poi. Per finanziare la taglia dell’Irpef si renderanno necessari 7 miliardi di euro mentre uno sarà destinato all’Irap, come previsto dalla Legge di Bilancio 2022.
Ne risulta comunque che più un reddito sarà alto e più d’impatto saranno i benefici. In particolare dai 30mila euro in poi. Il primo scaglione, che comprende coloro che guadagnano non più di 15mila euro annui, avranno un calo solamente di 100 euro.
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La cosa ha suscitato la protesta dei leader dei sindacati e di diversi leader politici, che chiedono una immediata revisione della riforma. Perché alla luce dei conti fatti, tale misura appare non affatto in grado di soddisfare quelli che sono i bisogni e le esigenze delle classi di lavoratori che più di tutte le altre avrebbero bisogno di un aiuto concreto dopo questi quasi due anni di crisi economia scaturita dalla crisi pandemica.
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Difficile immaginare però che un provvedimento appena legittimato possa essere già soggetto a dei cambiamenti.