Per le partite Iva a regime forfettario potrebbero essere apportate molte novità nel corso del prossimo anno con la Legge di Bilancio: di cosa si tratta.
Con la Legge di Bilancio 2022 si avranno maggiori certezze, tuttavia alcune indiscrezioni sulle nuove regole delle partite Iva a regime forfettario già sono iniziate a trapelare. Prima di comprendere quali siano le novità è bene chiarire che il forfettario è un regime fiscale agevolato che garantisce non soltanto la flat tax al 15% ma anche lo snellimento di alcuni adempimenti. Con la riforma, però, qualcosa potrebbe cambiare a partire dalla fatturazione che potrebbe divenire quella elettronica.
Nulla è ancora certo, per averne conferma bisognerà attendere la pubblicazione della Legge di Bilancio 2022. Tuttavia è quasi sicuro che ci saranno novità che riguarderanno le Partite Iva a regime forfettario.
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Stando a quanto riporta la redazione di Money.it invariati dovrebbero rimanere i requisiti di accesso a questo regime fiscale agevolato. Il primo di essi è quello di risultare titolare di un’impresa o essere un libero professionista con ricavi annui non superiori a 65mila euro l’anno. Il secondo è non aver sostenuto spese oltre i 20mila euro per altre tipologie di lavori e non aver percepito oltre 30mila euro da lavoro dipendente.
A rendere questo regime vantaggioso l’aliquota fissa sui ricavi che viene applicata: il 15% per le partite Iva ed il 5% per le Start Up. Il calcolo è semplice, bisogna moltiplicare il fatturato per l’aliquota di pertinenza ed il risultato, a sua volta, per il coefficiente di redditività.
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I soggetti con partita Iva a regime forfettario non sono gravati da onerosi adempimenti. Si pensi alla fatturazione che avviene tramite scontrino.
Ma passando alle novità che potrebbero essere introdotte con la Legge di Bilancio 2022 è proprio su questo punto che probabilmente si andrà ad agire. Ad oggi non è obbligatoria la fattura elettronica, tuttavia è possibile che questa sarà richiesta anche alle Partite Iva a regime forfettario. A volerlo sarebbe stata la stessa Italia. Una richiesta, riporta Money.it, avanzata direttamente all’Europa che di certo a breve fornirà parere sul punto con ogni probabilità accogliendo la richiesta.