Durante un incontro tra le parti sociali ed il Governo, è stata presentata una bozza sul protocollo allo smart working nel settore privato.
Entro la fine di novembre potrebbe essere firmato il protocollo relativo allo smart working nel settore privato una volta terminata la fase emergenziale. Questo quanto si augura il ministro del Lavoro, Andrea Orlando che oggi ha preso parte ad un incontro con le parti sociali, durante il quale sarebbe stata presentata una bozza dell’accordo.
Durante l’incontro tra il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, e le parti sociali è stata presentata una bozza di accordo per il protocollo sullo smart working nel settore privato. Accordo che potrebbe essere già siglato entro la fine di questo mese.
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Tale bozza, riporta la redazione dell’agenzia Ansa, fissa il quadro di riferimento e le modalità per il lavoro agile e linee di indirizzo per la contrattazione. Nel dettaglio, sarebbe prevista l’adesione su base volontaria e subordinata alla sottoscrizione di un accordo individuale, quest’ultimo era richiesto nel corso della fase emergenziale.
L’accordo tra datore di lavoro e dipendente dovrà contenere la durata, l’alternanza tra i periodi in remoto e quelli in presenza, il tempo di riposo, le modalità di controllo della prestazione, gli strumenti a disposizione del lavoratore ed i tempi di disconnessione. Nell’accordo dovrà essere garantita la parità di diritti per il lavoratore in smart working anche in termini economici rispetto a coloro i quali svolgono la prestazione all’interno dei locali dell’azienda.
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Secondo la bozza presentata, riporta l’Ansa, la giornata di lavoro in remoto dovrebbe essere caratterizzata dalla mancanza di un preciso orario di lavoro, individuando la fascia di disconnessione, e dall’autonomia delle modalità di svolgimento. È prevista la richiesta dei permessi indicati dai contratti collettivi e dalla legge 104, ma non sono previsti straordinari.
Per quanto riguarda malattia, ferie o infortuni, riferisce l’Ansa, il lavoratore potrà disattivare i device a propria disposizione e, nel caso di comunicazioni dell’azienda, non è comunque obbligato a prenderle in carico prima della prevista ripresa dell’attività di lavoro. Le strumentazioni, a meno di diversi accordi, dovranno essere fornite dal datore di lavoro che si farà carico anche delle spese di manutenzione e sostituzione.
Infine, per quanto concerne i luoghi di lavoro in remoto, l’attività dovrà essere svolta in ambienti idonei nel rispetto della normativa sulla salute e sicurezza. Il dipendente, riporta l’Ansa, stando alla bozza, avrà diritto alla tutela contro gli infortuni sul posto di lavoro e le malattie professionali.