I dati della raccolta delle olive sono sconcertanti. L’inflazione sale anche sull’olio

Raccolta delle olive, un momento di tensione nella speranza che il lavoro di un anno dia la disponibilità di olio a livello famigliare e per la vendita, ma i dati sono al di sotto delle potenzialità.

Pianta di olive
Pianta di olive (Foto da Pixabay)

L’olio, uno dei tesori più grandi e tra i più sottovalutati nel nostro Paese. L’Italia vanta grandi eccellenze in questo campo grazie al nostro clima mediterraneo, al suolo fertile e a una tradizione che ci accompagna da anni. La raccolta delle olive, infatti, non è solo un momento per vedere quanto ha fruttato il raccolto, ma è anche un rito e una speranza per il futuro.

Nelle zone italiane dove questa pratica è attiva da tempo si sa bene che anche se si potrebbe comprare l’olio a pochi centesimi al litro al supermercato è sempre meglio fare dei sacrifici e raccogliere i propri frutti. Infatti non si tratta solo della qualità e quindi delle sue proprietà benefiche per il corpo, ma di tutto un insieme di sapori e odori che non si possono ritrovare in nessuna parte del mondo. Senza contare l’aspetto finanziario di produzione e vendita sul quale si regge parte dell’economia.

La raccolta delle olive però non è altro che la resa dei conti di tutto un anno che deve esser trascorso nel migliore dei modi per poter offrire una buona resa. Deve esser stata fatta una buona potatura, concimazione, protezione dai parassiti, ma soprattutto il tempo e le stagioni devono esser trascorsi in modo corretto. Siccità e gelate in primavera possono essere fatali.

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Raccolta delle olive anno 2021

Raccolta delle olive
Raccolta delle olive (Foto da Pixabay)

Attualmente siamo nel pieno periodo della raccolta delle olive, anche se questa varia da zona a zona. In ogni caso in Italia si raccoglie solitamente dal mese di ottobre fino a dicembre. E già si possono avere le stime della rendita di quest’anno.

Il calcolo della resa viene fatto sull’indice di produttività, un valore percentuale che specifica quanti litri di olio sono stati prodotti da 100kg di olive. La media accettabile varia a seconda delle zone e a seconda del tipo di oliva, ma in generale una buona resa si aggira intorno al 23-24%.

Quest’anno la produzione al nord è stata praticamente dimezzata dalle condizioni climatiche. In particolare in Veneto e Lombardia, hanno registrato perdite anche del 90%. In Liguria la riduzione arriverà al 50% per fitopatologie che a luglio hanno provocato la cascola di olive sane, situazione simile in Emilia-Romagna.

Al centro la situazione si prospetta più variegata ma comunque in calo rispetto all’anno precedente, di almeno il 25%. In Toscana, sulla costa, si avrà circa il 50% della produzione potenziale; nelle zone interne si scenderà al 30%. In Abruzzo sembra si possano registrare dati in lieve aumento ma in Umbria si avrà un calo importante, anche se la qualità sarà ottima. Anche per Marche e Sardegna la resa sarà minore mentre nel Lazio l’andamento produttivo si mostrerà a macchia di leopardo: le province di Latina e Frosinone sembrano possano avere una buona raccolta, mentre a Rieti, Viterbo e Roma avranno volumi più bassi rispetto al 2020.

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Anche al sud la situazione sembra variabile ma con un problema in comune: la siccità. La Campania potrebbe avere un calo del 30%, mentre in Molise ci sarà un leggero aumento del 10%. In Sicilia anche se c’è soddisfazione per lo stato fitosanitario delle olive, la quantità resta insoddisfacente.

Anche se si può parlare di alcune diversità in tutta Italia nel complesso sembra ci sia stata una buona qualità delle olive ma una bassa rendita dell’olio. Un fattore che ovviamente andrà a gravare sull’economia del Paese e sulla situazione finanziaria delle famiglie.

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