La Lega sarebbe ritornata alla carica sulla Flat Tax che potrebbe trascinare con sé il Reddito di Cittadinanza: in che modo?
La Lega sarebbe già partita alla carica sulla riforma fiscale. Il suo leader Matteo Salvini, avrebbe già effettuato la sua dichiarazione d’intenti mettendo nero su bianco le sue proposte. La più importante di certo quella riguardante il sistema di tassazione attraverso l’introduzione della cosiddetta Flat Tax. Ma come? Dove reperire i fondi? A rischio il Reddito di Cittadinanza.
Il sistema finanziario è ben rappresentabile con l’immagine di un bilancia. Per raggiungere l’equilibrio, quanto messo all’interno dei piatti deve essere di pari misura. E quindi, se da una parte si mette dall’altra bisognerà inevitabilmente sottrarre.
E sarebbe questa la proposta della Lega la quale è tornata a parlare di Flat Tax da finanziare attraverso i fondi del Reddito di cittadinanza. Secondo il progetto di Matteo Salvini, riporta Money.it, i soldi del sussidio dovrebbero essere utilizzati per ben alte misure. Un’ipotesi che poco aggrada al Governo il quale sull’Rdc sembra non voler apportare significative modifiche.
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Ma analizziamo nel dettaglio la proposta del Carroccio. All’interno di uno degli emendamenti proposti nella riforma fiscale, la Lega vorrebbe la reintroduzione della “tassa piatta” per chi ha ricavi oltre i 65mila euro e fino ai 100mila. Attualmente, a prescindere dal reddito, l’aliquota che viene applicata è sempre la medesima. L’intento è quello di agevolare chi ha un alto reddito ma con un nobile scopo: abbassando le aliquote a questi soggetti – che possono essere sia imprese che lavoratori- si darebbe un nuovo impulso all’economia. Ma gli oppositori, però, sottolineano come invece misure di tal genere potrebbero solo diminuire gli introiti dello Stato.
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Ma la Lega sul punto non cede ed anzi rincara la dose, volendo reperire i fondi per la manovra nel bacino del Reddito di Cittadinanza. Ad oggi, per il sussidio sono stati spesi altri 200 milioni di euro dal governo Draghi, riporta Money.it, nonostante le difficoltà economiche dell’Italia a causa della Pandemia. Eppure l’Esecutivo, seppur d’accordo su una revisione della misura non sarebbe intenzionata ad abolirla. Lo dimostrano i requisiti più stringenti previsti per la sua assegnazione e la diminuzione di 5 euro sulle mensilità – fatte salve le debite eccezioni-. Nonché la revoca se si arriverà a rifiutare la seconda e non più la terza offerta di lavoro.