Le emissioni di CO2 sono alle stelle come mai prima d’ora. A certificarlo è il nuovo rapporto choc firmato da Oxfam.
Le emissioni di CO2 sono sempre più elevate e continueranno ad esserlo secondo il rapporto ambientale firmato dalla Oxfam.
Secondo la confederazione internazionale di organizzazioni no profit, in collaborazione con l’Institute for European Environmental Policy e lo Stockholm Environment Institute, le emissioni saliranno ad una percentuale 30 volte maggiore di quella attuale.
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Si tratterebbe solo delle emissioni prodotte dall’1% di persone più ricche nel mondo, che arriverebbero a superare di gran lunga il livello sostenibile. Gli Accordi di Parigi indicano come livello sostenibile un aumento massimo di 1.5 gradi rispetto all’era pre-industriale.
Secondo il rapporto Oxfam, per evitare il peggio ogni abitante del pianeta dovrebbe inquinare la metà rispetto ad oggi, così da rientrare nel limite degli 1.5 gradi.
Secondo lo studio portato avanti da questa collaborazione gli impegni presi dai governi nei prossimi anni segneranno inevitabilmente il futuro del nostro pianeta.
I governi, infatti, influenzeranno la produzione di carbonio di tutta la popolazione mondiale, che sia ricca o povera. Per raggiungere l’obiettivo di 1.5 gradi ogni persona dovrà emettere un massimo di 2.3 tonnellate di CO2 all’anno, la metà delle emissioni odierne.
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L’1% più ricco dovrebbe ridurre le proprie emissioni del 97% rispetto a quelle attuali. Sono infatti i ricchi ad inquinare maggiormente: un singolo volo spaziale, ad esempio, consuma quanto un miliardo di persone povere.
Da considerare poi la popolazione cinese che influisce sull’inquinamento mondiale per il 23%.
Così Emily Ghosh dello Stockholm Environment Institute spiega la situazione catastrofica:
«La nostra ricerca ci dice quanto sia importante garantire una distribuzione più equa di quel che rimane del budget globale di carbonio. Se non cambiamo rotta, rimarranno incolmabili le disuguaglianze di reddito e di emissioni tra la popolazione mondiale, in barba al principio di equità che è al centro dell’accordo di Parigi. Fissando gli obiettivi di riduzione delle emissioni, i governi devono porre al centro l’analisi della disuguaglianza di produzione di CO2»