Le monete da 50 Lire che hanno accompagnato la storia dell’Italia e che oggi possono fruttare una vera fortuna economica.
La vita delle vecchie lire rappresenta i cambiamenti sociali, economici e politici che hanno coinvolto l’Europa e quindi l’Italia. In particolar modo la moneta da 50 lire ha una storia che ha accompagnato l’Italia per molti anni.
La moneta da 50 lire ha dietro di sé una storia di produzione che risale ai primi anni del 900 con rappresentazioni del tutto diverse fra loro. Ma la versione più conosciuta è certamente quella che si ricorda di più e che porta su un lato la rappresentazione del dio Vulcano.
Ne furono fatte 3 diverse produzioni con la rappresentazione del dio Vulcano, raffigurazione romana di quello che era il dio Efesto per i greci. Un uomo nudo voltato di spalle che lavora battendo il martello sull’incudine. Tra queste versioni ci sono alcuni esemplari che per alcune caratteristiche possono valere una fortuna.
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Le monete da 50 Lire Vulcano
La prima versione fu prodotta nel 1954 in acmonital, una lega composta principalmente di acciaio e nichel, acronimo usato per considerare l’acciaio monetario italiano. Sul lato posteriore era invece rappresentato una testa di tipo classico circondata dalla scritta “Repubblica Italiana”.
Il secondo tipo fu coniato nel 1990. Era considerato nient’altro che una versione in scala ridotta delle note 50 lire di Vulcano. Infatti differiva dal primo tipo solo per le dimensioni, avente un diametro di 16,55 mm anziché di 24,8 mm.
E infine la versione Turrita delle 50 Lire. Da un lato era incisa una cornucopia che con i suoi doni circonda il numero 50, mentre dall’altro un volto di donna con il capo fasciato. Anche questa versione, come il primo tipo di Vulcano, venne prodotta fino al 2002 quando la lira fu ritirata per far posto all’euro. Diversa la sorte della moneta Vulcano di secondo tipo che essendo molto piccola non venne apprezzata e fu ritirata già dal 1995.
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La rarità di queste monete non è tanto legata al loro anno di produzione quanto al periodo antecedente alla realizzazione di esemplari ufficiali. Infatti la Zecca dello Stato coniò per prima delle prove nel 1950 e poi nel 1953.
Queste si distinguono per il loro aspetto, per il bordo perlinato e per la scritta “Prova” al suo interno. Il valore di uno di questi esemplari può arrivare a 3.000 euro se coniati nel 1950, ma un esemplare del 1953 è stato venduto all’asta per ben 11.800 euro. In condizioni di Fior di Conio il loro valore aumenta di molto fino ai 6.000 euro il primo e 12.000 euro il secondo.