Sfruttamento al lavoro, un aspetto imbarazzante per chiunque si approfitta delle persone, soprattutto quando si tratta di giovani. Una storia da far venire i brividi.
Il lavoro è necessario per la sussistenza. Tutto diventa più facile quando le ore necessarie all’impegno si passano in compagnia di colleghi piacevoli e a svolgere una mansione che gratifica. Purtroppo in molti casi questo non avviene e bisogna consolarsi solo a fine mese con lo stipendio.
Nella situazione in cui ci sono molte persone in cerca di lavoro e pochi che lo offrono può capitare che chi lo offre provi ad approfittarsi. Il discorso è sempre lo stesso, il datore di lavoro disonesto cercherà di ottenere più efficienza al minimo costo.
Ci sono leggi che tutelano il lavoro e i lavoratori, ogni impegno lavorativo deve rientrare in certi canoni, eppure c’è sempre chi trova il modo di approfittarsi delle persone e sfruttare il loro tempo. Questo purtroppo è quello che è successo a un ragazzo che voleva fare una stagione lavorativa fuori regione per guadagnare qualcosa prima di tornare a scuola.
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La disavventura del giovane lavoratore
Il ragazzo aveva trovato lavoro in Gallura, una regione della Sardegna, come semplice lavapiatti. Le condizioni erano simili a molti altri impieghi simili, si offriva vitto e alloggio offerto dal hotel-ristorante per i dipendenti, 3 ore lavorative, dalle 19 alle 22, un giorno libero a settimana e stipendio mensile di 800 euro.
Nulla che un ragazzo di 18 anni non potesse accettare, ma una volta iniziato a lavorare le cose sono subito apparse diverse. Il lavoro iniziava alle 9 del mattino e durava fino a notte fonda. Le mansioni non si limitavano a semplice lavapiatti ma a qualunque cosa ci fosse da fare in cucina. Forse il ragazzo non ha protestato convinto che se gli venivano richieste più ore sarebbe stato pagato di più.
Ma quando poi la sera è andato nel suo alloggio, una stanza di 10 metri quadri condivisa con altri due dipendenti lo sconforto gli è salito alle stelle. Inoltre i suoi colleghi di lavoro lo avvertirono che le cose, con l’alta stagione, sarebbero peggiorate. Non ci sarebbe stato il giorno libero e si sarebbe lavorato sempre di più.
A quanto pare il dialogo con il titolare era del tutto superfluo, quelle erano le sue condizioni e se non le accettava avrebbe trovato chi sostituiva il lavapiatti. Il ragazzo ha resistito 3 giorni, poi ha fatto i bagagli. Quando è andato a chiedere il compenso per i 3 giorni lavorati per un totale di 42 ore il datore di lavoro ha voluto versare il compenso sul suo conto corrente.
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Così il ragazzo era già tornato a casa e aveva trovato un altro lavoro come aiutante muratore quando il versamento è arrivato sul suo conto. Un pagamento di 20 euro per 14 ore di lavoro al giorno. Se il datore avesse rispettato le condizioni del contratto avrebbe dovuto pagarlo almeno una somma di circa 100 euro. Ma non gli ha voluto versare neanche il minimo concesso.