Un colpo degno dei film d’azione quello portato a termine in questi giorni in due diversi bancomat della provincia di Venezia. Nessuno scasso, nessun botto solo una grossa cifra sottratta.
Nessuno si sarebbe accorto di niente se la mattina seguente la gente non si fosse recata a prelevare scoprendo che i bancomat erano stati completamente svuotati. A quel punto gli incaricati, iniziando ad avere sospetti, hanno esaminato i dispositivi scoprendo qualcosa che ha dell’incredibile.
Si tratta di un furto organizzato che lascia immaginare davvero quello dei film. Nessuno rumore, nessuna minaccia, nessun trambusto. I ladri, probabilmente tre, sono arrivati ai dispositivi, hanno fatto il loro lavoro e se ne sono andati del tutto indisturbati.
Hanno preso di mira due differenti sportelli ATM della provincia di Venezia della banca Carige, uno della filiale di Mira e uno di Noale. Presumibilmente due di loro avrebbero eseguito l’operazione di furto mentre il terzo era pronto in una zona concordata per portarli via. Preoccupante e consistente la cifra rubata senza alcun rumore.
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Il furto silenzioso dei professionisti
Quello che è stato trovato la mattina seguente è stato soltanto un piccolo foro in prossimità del dispositivo. Secondo la ricostruzione dei fatti, da parte degli esperti, i ladri sarebbero riusciti a collegarsi al sistema operativo del bancomat infilando nel buco dei cavi appositi.
Questi facevano probabilmente riferimento a un loro dispositivo portatile con il quale hanno potuto inviare dei comandi allo sportello automatico. Quindi una volta entrati in contatto con l’ATM non hanno dovuto far altro che dargli l’ordine di erogare il denaro.
Dal bancomat della banca Carige di Mira sono stati prelevati oltre 80 mila euro, mentre da quella di Noale si sono fatti erogare ben 130 mila euro. Con un borsone con più di 200 mila euro i tre se ne sono andati indisturbati esattamente come sono arrivati.
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Sembra che l’unica precauzione presa sia stata quella di coprirsi il volto. Tutta via ora i carabinieri della Compagnia di Mestre hanno prelevato le registrazioni della videosorveglianza e già sospettano di una banda proveniente dall’Est Europa, esperti di tecnologia.