Soldi contanti. Novità in arrivo dal 2022 per quanto riguarda i pagamenti in cash. Limiti più bassi e lotta dura all’evasione fiscale
L’Agenzia delle entrate vigila incessantemente per la lotta all’evasione fiscale, piaga ben presente su tutto il territorio nazionale. Per ridurre questo fenomeno e scoraggiare i furbetti saranno introdotte delle novità importanti a partire dal 1° gennaio 2022.
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Una di queste riguarderà l’utilizzo del denaro contante e l’abbassamento del limite della somma dei pagamenti effettuati in cash, già molto bassa durante il 2021 ma che subirà un ulteriore inasprimento nel giro di poche settimane. Scopriamo a quanto ammonterà.
L’utilizzo del denaro contante, rappresentato quindi da banconote, monete e titoli al portatore, sarà ulteriormente scoraggiato a partire dal 1° gennaio 2022.
Se le transazioni con denaro liquido potevano ammontare a un massimo di 12.500 euro nel 2002 durante il governo Berlusconi, nell’arco di vent’anni questa somma si è drasticamente ridotta. Nel 2016 con il governo Renzi era possibile pagare in contanti fino a 3mila euro; nel 2021 il limite è sceso ancora di più: fino a 1999,99 euro. Il 2022 vedrà una sforbiciata ancora più considerevole. Infatti, si potrà pagare con denaro sonante solo fino a 999,99 euro.
Allo scoccare dei mille euro, tutte le transazioni dovranno essere tracciabili e avvenire, quindi, con assegni, bonifici o strumenti di pagamento elettronici come bancomat, carte di credito, e-payments e quant’altro. Tutto deve essere registrato, dichiarato e visibile.
Ovviamente è un escamotage del governo e dell’Agenzia delle entrate per contrastare il fenomeno dilagante dell’evasione fiscale. Per incentivare questo tipo di transazioni trasparenti da parte del cittadino sono state introdotte misure come il cashback o la lotteria degli scontrini.
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Rimarrà consentito prelevare e/o versare qualsiasi somma sul proprio conto corrente o libretto postale, per importi più alti di mille euro. Gli Istituti bancari e uffici postali avranno il diritto di chiedere la ragione di spostamento di tale denaro e decidere, in base alla risposta, di segnalare un’eventuale operazione sospetta alla Uif (Unità di informazione finanziaria).
Spetta sempre al contribuente dare spiegazioni sulla provenienza del contante di cui dispone, versato sul conto o sul libretto.