Vendita di falsi prodotti italiani, ecco i più imitati e le gravi conseguenze.

La vendita all’estero di falsi prodotti italiani ruba il mercato al nostro Paese. Ecco i cibi italiani più imitati nel mondo.

Prodotti italiani
Prodotti italiani (foto da Pixabay)

Che il cibo italiano è un fiore all’occhiello del nostro Paese è da tempo un dato di fatto. Gran parte del turismo si basa su attrazioni turistiche e culinarie, ma il problema si presenta all’estero. La Coldiretti ha infatti lanciato l’allarme per il mercato che stiamo perdendo e i posti di lavoro che vediamo sfumare.

Il problema sta nei prodotti taroccati. In molti Paesi, dall’America alla Germania, dalla Russia fino al Qatar sono solite imitazioni dei prodotti italiani che non rispecchiano le vere qualità dei cibi. Questo forse a causa del fatto che le nostre esportazioni risultano carenti rispetto a quelle di altre nazioni, ma le conseguenze sono facilmente immaginabili.

Tutti quei prodotti acquistati perché le scritte e i colori fanno pensare alla nostra penisola potrebbero essere invece importate dai nostri produttori aumentando così il lavoro in Italia. Soltanto la lotta al falso Made in Italy, secondo quanto affermato dalla Coldiretti, potrebbe fruttare almeno 300mila posti di lavoro. Un aspetto che non dovrebbe essere sottovalutato.

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I prodotti più taroccati

Mozzarella italiana
Mozzarella italiana (foto da Pixabay)

La classifica è stata fatta ponendo l’attenzione sui primi dieci prodotti italiani più imitati al mondo. Al primo posto c’è la mozzarella. A produrre più imitazioni del nostro “oro bianco” sono gli Stai Uniti. Ogni anno ne producono circa 2 miliardi di chili, quantità che dovrebbe essere venduta dai veri produttori di mozzarella italiana. Ma non è solo l’America del nord a imitarla, bensì un po’ tutti. Dal Brasile all’Argentina, dalla Thailandia allo Sri Lanka, dalla Danimarca alla Slovenia, Ungheria e Romania, fino in Germania dove vendono la “Zottarella”.

Al secondo posto troviamo il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano. Vengono prodotti con nomi come ad esempio “Parmesao” o “Reggianito”. Anche la terza e quarta posizione sono dominate dai formaggi, infatti la Coldiretti annuncia che anche il Provolone e il Pecorino Romano sono vittime di imitazione culinaria.

A metà della classifica iniziano i salumi. C’è infatti il salame che viene chiamato con i nomi più improbabili e la mortadella. Questa viene consumata soprattutto in Brasile, Argentina, Ungheria e Spagna dove presentano la “Mortadela Siciliana”. Ma non è finita qua, il nostro tipico insaccato originario di bologna fatto con carne di suino cotta è arrivato a essere imitato perfino in Qatar, dove vengono prodotte versioni fatte con carne di manzo e pollo, per rispettare i divieti musulmani.

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Seguono poi i sughi e le passate, fino poi ad arrivare alle bevande come il Prosecco. Qui la fantasia per i nomi si è davvero sbizzarrita. Troviamo infatti Meer-secco, il Kressecco, il Semisecco, il Consecco e il Perisecco tedeschi. C’è poi il Whitesecco austriaco, il Crisecco Moldavo, e il Prosek croato. Non viene risparmiato il Chianti, chiamato dai californiani Wine Kit, fino ad arrivare al decimo posto dove troviamo il pesto alla genovese.

Insomma una vera e propria flagellazione dei prodotti italiani alla quale bisognerebbe mettere fine, sia per dare il giusto lavoro ai reali produttori sia per poter offrire al mondo i veri sapori italiani.

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