Graffiti: le nostre città ne sono piene. Sapete a cosa va incontro un artista di strada? Non si parla solo di multe salate. Scopriamo di più
I Graffiti: i muri delle nostre città ne sono pieni. Possono piacere o meno ma ormai sono riconosciuti come una validissima espressione artistica. Basti pensare a Banksy, writer britannico, considerato uno dei maggiori esponenti della street art, celebre per le sue opere urbane di stampo sovversivo e satirico.
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Tuttavia, il gusto non è un parere oggettivo e bisogna rispettare anche chi ha paradigmi diversi dai propri. Nel caso dei graffiti l’opinione più importante da considerare è quella del proprietario del muro sul quale vengono realizzati. Senza inutili giri di parole, per la legge italiana il graffitaro non è niente di più che un vandalo. Cosa prevede, dunque, il codice penale nei suoi confronti?
Graffiti: tutte le sanzioni se si viene sorpresi a “imbrattare” proprietà pubblica o altrui
La legge parla chiaro: chi viene sorpreso a deturpare immobili o mezzi di trasporto pubblici o privati rischia la reclusione da 1 a 6 mesi oppure una salatissima multa variabile dai 300 ai 1000 euro.
La situazione diventa più aspra se il graffito è stato realizzato sulla superficie di oggetti d’interesse storico o artistico, ad esempio monumenti o palazzi antichi. In questo caso la pena prevista è grave: reclusione da tre mesi a un anno o multa da 1000 a 3mila euro.
Tuttavia, il tribunale potrebbe chiudere un occhio in casi particolari. Se, infatti, ci si trova davanti ad opere giudicate di alto livello artistico su muri precedentemente imbrattati da terzi, non scatta il reato di deturamento su proprietà altrui.
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Per avviare un procedimento ai danni del graffitaro in causa, non c’è bisogno della querela da parte della vittima o proprietario del bene deturpato; le autorità possono procedere anche d’ufficio. Che significa? In poche parole, se ad esempio un agente coglie sul fatto un writer mentre sta compiendo la sua opera sul muro di un palazzo (al di là del valore artistico) può denunciarlo anche senza consultare l’effettivo amministratore di condominio o padrone dell’immobile. Anche se questi intendono perdonare l’autore del gesto, il reato sussiste ugualmente.
Poiché è un illecito penale punibile con meno di 5 anni di reclusione è considerato di tenue entità. Si può quindi richiedere l’archiviazione a meno che non ci sia reciditività nell’azione. La multa potrebbe salire fino a 10mila euro con obbligo di risarcire il danno e fedina penale sporca.