Avete un immobile affittato e un inquilino che non paga? Vorreste trovare una soluzione pacifica o almeno recuperare la vostra proprietà? Ecco cosa potete fare al riguardo
Casa affittata e inquilino che non paga. A molti proprietari d’immobili questa situazione potrebbe, sfortunatamente, suonare familiare. Come risolvere, dunque, la disputa e cosa prevede la legge in favore dei poveri locatari? Esitono diverse situazioni: passiamole al vaglio.
Leggi anche: Alitalia, quanta delusione dai lavoratori storici: “Non doveva succedere”
Se l’inquilino è semplicemente in ritardo con il pagamento dell’affitto, la legge gli concede 20 giorni per pagare il canone di locazione mensile. Prima di questo periodo il proprietario non può far nulla per far valere i suoi diritti. Solo al ventunesimo giorno è possibile inviare una diffida di pagamento. Si tratta di una sollecitazione in cui si concedono altri 5 giorni per mettersi in pari con le mensilità dovute; se l’inquilino paga l’intera somma, il proprietario non avrà nulla da recriminare e il contratto è valevole fino alla sua scadenza. Caso contrario, si può avviare la procedura di sfratto che (attenzione) può essere messa in pratica solamente tramite l’azione di un avvocato. Quest’ultimo avvierà una convalida di sfratto per morosità in cui sarà indicata una data per l’udienza alla presenza di un giudice.
Inquilino che non paga l’affitto: cosa accade se continua a persistere nella morosità?
Se, spaventato all’idea di tale procedimento, l’inquilino pagherà il dovuto e le spese legali, il contratto di locazione continuerà a essere valido. Se, invece, persisterà con il suo debito, lo stesso inquilino può richiedere il cosiddetto “termine di grazia”, ossia una proroga di 90 giorni. Viene rinviata così anche la data di udienza.
Se nel frattempo il debito viene pagato, la locazione può procedere. Altrimenti il giudice può emettere due provvedimenti: 1) un’ordinanza di sfratto in cui l’inquilino moroso deve lasciare l’abitazione in una data specifica; 2) un decreto ingiuntivo con cui lo condanna a versare il debito a titolo di canoni di locazione.
Se proprio l’inquilino non ne vuole sapere, ecco che interviene l’ufficiale giudiziario che, tramite l’esecuzione forzata dell’ordine di sfratto, si reca fisicamente presso l’immobile intimandolo di andare via. Si può dunque procedere in casi estremi anche con l’ausilio delle forze dell’ordine e l’intervento di un fabbro che forzi la porta d’ingresso.
Leggi anche: Comprare casa, come farlo tramite asta: conveniente e sicuro
Il padrone di casa è tenuto a risolvere anche un altro problema spinoso, quello con il fisco. Anche se non percepisce affitto dall’inquilino moroso, il proprietario è tenuto a pagare le tasse su un reddito che, in effetti, non ha ricevuto. Cosa fare? Andare il più presto possibile dal proprio avvocato e notificare l’atto di citazione per convalida di sfratto.
Il contratto di affitto in nero, non registrato all’Agenzia delle Entrate, è nullo davanti alla legge. Non potete avvalervi di nessun diritto in questo caso. Il locatore può effettuare a questo punto una registrazione tardiva dell’affitto che ha effetto retroattivo (ma dovrà pagare le sanzioni corrispettive). Si può anche avviare una causa ordinaria di occupazione senza titolo. Tuttavia, le spese saranno ben più alte e la situazione potrebbe richiedere diversi anni per sciogliersi.