Bonus Partite Iva, arriva un nuovo contributo a fondo perduto: come richiederlo, quando presentare la domanda e a quanto ammonta.
Attraverso il Decreto Sostegni ed il Dl sostegni bis a far data da ieri, giovedì 14 ottobre, i detentori di partita Iva potranno ricevere un nuovo contributo a fondo perduto. Titolati ad avanzare richiesta tutti i liberi professionisti e le Imprese con un fatturato compreso tra i 10 ed i 15 milioni di euro.
Bonus Partite Iva, di cosa si tratta e come richiederle
Da ieri, giovedì 14 ottobre e fino al 13 dicembre 2021, l’Agenzia delle Entrate ha aperto la possibilità di inoltrare domanda di ristoro a quelle Partite Iva con fatturati pari o superiori a 10 milioni di euro e massimo di 15 milioni, nel corso dell’anno 2019. Si tratta di tutti quei soggetti rimasti esclusi dai precedenti sussidi.
I destinatari di questi contributi a fondo perduto, sono dunque aziende molto grandi che hanno subito ingenti cali del fatturato a causa della pandemia, ma che proprio in virtù dei loro guadagni non erano riusciti ad avere accesso ai precedenti sussidi.
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Per loro, riporta la redazione di Trend online, l’Agenzia delle Entrate ha aperto una finestra di richiesta che nel suo massimo erogabile vedrà una somma pari a 150mila euro. All’interno della circolare emanata dall’Ente si legge una lista di potenziali richiedenti che sono stati individuati per la maggiore tra titolari di attività d’impresa, autonomi e soggetti con redditi derivanti dall’attività agraria. L’importante è che il loro fatturato del 2019 sia ricompreso tra 10 e 15 milioni di euro.
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Il nuovo bonus partite iva si suddivide in due categoria. La prima riservata a chi ha avuto un calo del fatturato di almeno il 30% tra il 2020 ed il 2019. La seconda, invece, prevista dal Dl Sostegni Bis alternativo, rivolta a chi ha subito un calo del 30% nel periodo compreso tra l’1 aprile 2020 e il 31 marzo 2021, rispetto allo stesso periodo degli anni 2019/2020.
Per ricevere il bonus, l’istante potrà optare per un accredito diretto sul conto corrente oppure per il riconoscimento della somma come credito d’imposta che poi porterà in compensazione.