La Coldiretti lancia l’allarme della frutta. I raccolti italiani soffrono la carenza dei loro prodotti sul mercato. Questo è l’annuncio dell’associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana.
La colpa viene data al clima. Sembra infatti che a causa di un clima instabile e considerato anomalo i raccolti italiani soffrono della perdita di prodotti. Un discorso che lascia presumere una grande difficoltà, nel ventunesimo secolo, di tutelare i campi agricoli dal freddo e dalle piogge.
L’allarme è stato lanciato dalla Coldiretti in occasione di un evento svoltosi al Macfrut di Rimini, il più grande salone della frutta e verdura a livello nazionale. I dati che sono stati riportati sembrano essere non solo sconcertanti ma lasciano tutti increduli, visto quanto il nostro Paese è sempre stato una terra fertile per l’agricoltura. L’analisi è stata stimata sulla base dei dati forniti dall’European Severe Weather Database (Eswd). I numeri riportati fanno intuire una situazione davvero drammatica. Un calo del 12% per le mele, ben del 69% per le pere, 33% le susine, 29% per quanto riguarda i kiwi, 37% le albicocche, 48% le pesche e il 20% per le ciliegie. Una stima fatta rispetto alla media relativa ai cinque anni precedenti.
Un calo della produzione, che sia dovuta al clima, ai pochi finanziamenti o alla concorrenza del mercato estero, deve assolutamente essere risolto Il rischio è quello di perdere posti di lavoro, la nostra genuinità e una tradizione che ti tiene in vita da anni.
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Quanto è grave il problema e come affrontarlo
L’aspetto produttivo è sconcertante ma non è il peggiore. Quello che deve preoccupare più di ogni altra cosa sono i posti di lavoro che dipendono dal settore agricolo. Infatti solo il settore ortofrutticolo nazionale garantisce all’Italia ben 440 mila posti di lavoro, ovvero il 40% del totale in agricoltura. Inoltre grazie al lavoro svolto da oltre 300 mila aziende agricole, su più di un milione di ettari coltivati in Italia, si riscontra un fatturato di 15 miliardi di euro all’anno tra fresco e trasformato. Senza considerare la rilevanza di almeno 113 prodotti ortofrutticoli Dop e Igp.
La soluzione per arginare i danni sarebbe quella di promuovere l’applicazione e la diffusione di misure di gestione del rischio. Ad esempio, meno del 20% della produzione nazionale è ad oggi assicurata. Ma di certo non sarà questo a salvare l’economia ortofrutticola italiana.
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Come la Coldiretti suggerisce si rendere necessaria una collaborazione tra Stato e Regioni. Una collaborazione che si occupi non solo di aumentare la difesa delle colture ma anche di tutelare le imprese. Ovviamente la tutela non dovrebbe essere solo a livello diretto, con sostentamenti economici e con agevolazioni fiscali, ma anche indiretto.
Il primo nemico del mercato è certamente la concorrenza, perciò anche il semplice consumatore dovrebbe iniziare a chiedersi se è meglio risparmiare o avere un’alta qualità nutritiva proveniente dai terreni di casa.