La petroliera abbandonata nel Mar Rosso ormai da anni, contiene oltre un milione di barili di petrolio. Il disastro ambientale è alle porte e lo Yemen rischia più di tutti.
Quella che vediamo in foto è la FSO Safer, la petroliera che da anni è abbandonata nel Mar Rosso, ad una distanza di sole 4.8 miglia dalle coste dello Yemen.
Lunga ben 350 metri, questa petroliera è ferma ormai da quando nel 2015 ha avuto inizio la guerra civile yemenita, motivo per cui è stata abbandonata sulle coste della nazione, rimanendo soggetta ad una continua corrosione e decomposizione.
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A subire i danni di questa imminente catastrofe sarebbero abitanti del luogo, l’ambiente e la fauna sia ittica che terrestre.
La vittima indiretta sarebbe poi l’economia della nazione ma anche quella internazionale. Il mercato ittico sarebbe il primo a rimetterci, con una stima di un totale fermo del mercato in sole 3 settimane.
Petroliera Safer: quali sono i rischi di una fuoriuscita di petrolio
Ma perchè la FSO Safer preoccupa così tanto? Semplice, in ballo c’è la vita e la salute non solo degli abitanti dello Yemen, ma anche di tutto l’ecosistema circostante. Il disastro ambientale è assicurato.
La petroliera Safer, infatti, ha una struttura formata da un unico scafo, ciò comporta un rischio elevatissimo di perdite di greggio. Il deterioramento inciderebbe sull’unico scafo di cui la petroliera è dotata, comportando una perdita certa di tutto il petrolio presente sulla nave.
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Si tratta di ben 1.1 milioni di barili di greggio che andrebbero dispersi nelle coste dello Yemen, provocando danni ingenti se non irreparabili alle barriere coralline del Mar Rosso. Ma i danni non finiscono qui, il versarsi di tutta questa quantità di petrolio aumenterebbe enormemente l’inquinamento atmosferico, provocando grossi danni respiratori alle persone del luogo con una quasi certezza di ricovero ospedaliero.
L’acqua potabile non sarebbe più assicurata sulla costa dello Yemen e la certezza di una chiusura dei porti bloccherebbe tutto il mercato di import-export del paese, con una totale impossibilità di ricevere carburante, che avrebbe un rincaro stimato fino all’80%.