I costi delle materie prime aumentano ogni giorno di più. Prezzi così non si vedevano da 9 anni. L’inflazione ai massimi storici.
Di questi tempi se c’è una cosa che è in continua crescita si tratta senza dubbio del rincaro dei prezzi. In termini tecnici, si parla di inflazione, riferendosi all’aumento dei prezzi che negli ultimi anni sta minacciando l’economia mondiale.
Molto spesso si parla di periodi di crisi, ma questo “periodo di crisi” sembra durare da un po’ di anni, ma soprattutto sembra non avere alcun freno.
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Ciò che influisce sull’aumento senza controllo dei prezzi, durante questi “periodi di crisi” sono fenomeni di shock che avvengono nel breve periodo, causando rincaro di materie prime come alimenti, petrolio ed affini.
Evento shock esempio di questi ultimi due anni è stato sicuramente il Covid-19, che ha portato con sé non solo una crisi umanitaria ma anche economica e politica.
Ad aumentare a dismisura è sicuramente il costo della materia prima. Questo fenomeno si è evidenziato soprattutto nel primo periodo post lockdown per il Covid-2019. Il 2020 è stato un anno caratterizzato da un calo dell’inflazione, con un successivo aumento ponderale dei prezzi all’inizio del 2021.
L’aumento dell’inflazione nel periodo post pandemico ha riguardato diversi settori. In primis abbiamo assistito ad un calo del prezzo nel 2020 su materiali come il petrolio, con un prezzo di iniziale di 70 dollari circa a gennaio 2020, sceso a 20 dollari durante il periodo del lockdown, risalendo poi al prezzo iniziale nei primi mesi del 2021.
C’è poi stata una discesa nel settore turistico durante il 2020 a causa dell’impossibilità di viaggio e dalla chiusura forzata delle strutture ricettive.
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Tuttavia, il Monetario Internazionale ha stimato un ritorno al normale regime precedente al periodo della pandemia intorno a metà del 2022 ed i prezzi attuali del carburante, ad esempio, ne sono una chiara dimostrazione.
Mariano Bella, direttore dell’Ufficio studi di Confcommercio: “L’indice dei prezzi al consumo in ottobre potrebbe mostrare una variazione ben superiore al 3% tendenziale. La media del 2021 potrebbe così avvicinarsi al 2%, con un trascinamento sul 2022 che spingerebbe l’inflazione, senza considerare particolari ulteriori shock, sopra il 3% in modo piuttosto stabile”