Novità per le Partite Iva a regime forfettario aperte nell’anno 2021 riguardanti il tetto limite, la fatturazione elettronica e la percentuale sui ricavi.
Il genere “forfettario” delle Partite Iva è un regime fiscale agevolato per quei contribuenti che in un anno percepiscono compensi non superiori a 65mila euro e sostengono spese non oltre i 20mila euro lordi.
Dai dati diffusi dal ministero dell’Economia e delle Finanze risulta che rispetto al secondo trimestre 2020 le nuove Partite Iva sarebbero aumentate del 54,1%, per un totale di 147.153 nuove aperture. Di queste 61.153 hanno aderito al regime forfettario. L’anno precedente il 36,8% dei lavoratori a Partita Iva aveva aderito al regime forfettario, mentre quest’anno la percentuale è salita al 41,6%.
In tutto i contribuenti che utilizzano tale regime sono 1,9 milioni circa e ciascuno di essi paga in media 1.730 euro di sostitutiva. Nel 2021 Mario Draghi aveva lasciato supporre che ci sarebbero stati cambiamenti per le nuove aperture a questo regime.
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La conferma sembra essere arrivata e quindi i contribuenti aventi un regime forfettario possono tirare un sospiro di sollievo. A quanto pare il governo vorrebbe mantenere il tetto limite di 65mila euro di ricavi o compensi e potrebbe anche non esserci l’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica per i forfettari. Infatti quest’ultima, seppur utile a combattere l’evasione fiscale, sembra creare non pochi disagi ai lavoratori autonomi.
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Se da una parte il governo rassicura dall’altra lascia ancora un punto in sospeso. Infatti sembra che si stia ancora studiando come apportare modifiche ai coefficienti di redditività. Quindi i ritocchi che verranno effettuati sulla percentuale dei ricavi che va a determinare il reddito da tassare rimangono ancora un punto interrogativo.